CANTO DI CACCIA
numero 196
’Nmezzu l’alivi na pirnici c'è
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Fa Lidio greco (ionico oggi e precisamente Fa Maggiore con il Sib in chiave
Canto di caccia. La canzone ha un ritmo brioso e coinvolgente; ricorda una delle attività molto diffuse un tempo: la caccia, attività svolta non solo dal ceto benestante ma anche dai contadini e che dava un aiuto alle ristrettezze economiche di un tempo. Un dì quagli e pernici erano numerose e i cacciatori li preferivano per le carni delicate; oggi per l’ecosistema cambiato, per l’uso diffuso di antiparassitari, per l’urbanizzazione spinta, non solo quaglie e pernici non si vedono più, ma gli stessi conigli sono a rischio estinzione; è cambiato anche il giudizio della gente comune sulla caccia e sul cacciatore visto non più come attività sportiva, ma come concausa alla estinzione di tante razze di uccelli ed altri animali e per questo sono sempre meno i cacciatori. Si parla della spagnola, vecchio fucile importato nel periodo di dominazione spagnola in Sicilia, una doppietta molto efficiente e precisa. I versi sono endecasillabi tronchi.
Il Favara ci informa come questo canto di caccia è modellato «sulle formule melodiche e ritmiche del corno», strumento caratteristico delle battute di caccia dei nobili di una volta.
L'intera partitura per pianoforte e con accordi per la chitarra fa parte del libro "LE CANZONI DEL «CORPUS DI MUSICHE POPOLARI SICILIANE» di ALBERTO FAVARA (partiture, accompagnamento musicale e testi in siciliano ed italiano di Nicolò La Perna.
Il libro in pdf ha un costo di € 7,00 e può essere ordinato scrivendo email a Nicolò La Perna Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell: 3393269071
Il libro in pdf contiene le partirure, i testi in siciliano ed italiano ed una descrizione storico-musicale delle seguenti canzoni
e contiene inoltre un saggio sulle modalità musicali