Poesie A minnedda da Sicilia ... video A Sicilia ca 'un si vidi s'hà tastari ... video |
Cunti
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Il Cuntastorie Licatese Mel Vizzi, al secolo Carmelo Vizzi, opera da svariati anni come Poeta dialettale e Cuntastorie, in collaborazione di volta in volta con artisti e musicisti vari, locali e non, anche extra-regionali, presentando una poetica di ricerca delle origini, delle tradizioni, del senso popolare, privilegiando e valorizzando soprattutto il dialetto licatese, attraverso il quale ha raccontato cunti di vario genere, in primis quello dell'intera vita di Rosa Balistreri. Essendo egli anche artista figurativo, crea i cartelloni e le scene per i suoi cunti illustrandoli su tela di iuta e presentandoli alla maniera antica del cuntastorie, indicando gli episodi con una bacchetta. la declamazione e l'interpretazione dei testi sono un'altra sua prerogativa. Invitato a diversi incontri e raduni di poeti dialettali e canta/cuntastorie ha rappresentato degnamente Licata e la provincia di Agrigento in altre province della Sicilia, a stretto contatto con i pochi cunta/cantastorie operanti rimasti, come uno dei più giovani. L'amicizia e la collaborazione artistica col Maestro dell'Opera dei Pupi licatese Agostino Profeta, ha arricchito ancor più il bagaglio di cultura tradizionale di Mel Vizzi.
Da Settembre 2013 Il Cuntastorie Licatese Mel Vizzi ha dato vita alla "Compagnia del Cuntastorie", affiancato ora da Marco Angelo Zimmile (musicista polistrumentista e voce) e Cinzia Marotta (voce e recitazione) e in questa nuova veste ha già diverse rappresentazioni pubbliche all'attivo, riscuotendo, la Compagnia guidata da Mel Vizzi, un successo che ha già varcato i confini regionali.
Mel Vizzi intende così far interagire e sposare le diverse caratteristiche artistiche a vantaggio di un'arte purtroppo in via d'estinzione, quella del Cuntastorie, per farla rivivere attraverso uno slancio che parte da saggezza ed espressioni antiche e passa attraverso una curiosità moderna, l'intuito e la libera interpretazione dei vari artisti. Mel Vizzi con La Compagnia del Cuntastorie ha in cantiere la rivisitazione di molte sue opere, trattando egli già soggetti di ogni genere, partendo da storie e leggende millenarie di Sicilia (prediligendo Licata), passando per la biografia e le opere di autori nostrani di fama internazionale come Luigi Pirandello e Giovanni Verga, fino ad arrivare all'attualità dei giorni nostri.
A PACI 'NTRO MUNNU Ogni matina ia rapru u giurnali Ma sta nutizia un l'anu stampatu 'Ntantu abbunnanu i marci da paci Pigliu curaggiu …e accattu u giurnali Spinnemmu sordi ppi farini diri "A paci 'ntro munnu" Ogni matina or'apru u Vangelu Giustizia, paci e veru Amuri
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“LA PACE NEL MONDO”
Ogni mattina io apro il giornale Ma la notizia non l’hanno stampata Intanto abbondano le marce della pace Prendo coraggio e compro il giornale Spendiamo soldi per farci dire La pace nel mondo Ogni mattina ora apro il Vangelo Giustizia, pace e vero Amore |
LA NATURA VISTA DALL'ALTRA PARTE (Conclusioni di una pecora … Ci aiu dat'a lana… Ci aiu datu u cori….
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LA NATURA VISTA DALL'ALTRA PARTE
Gli ho dato il cuore... |
“A TAVULATA” Licata è na tavula cunzata c’un piatticeddr’ i pasta scaudata nu brocculu e do fogli d’inzalata do seggi, un tozz’i pani e na cannata ‘Ntunnu c’è na fuddra affamata s’arricampau senz’essiri ammitata. cò vò agneddu e cò cerca i cosi duci cò spingia, cò arrimutta e ietta vuci ‘Ntramenti (pi questioni di principiu) quarcunu s’ammuccau u municipiu an’nattru ( ca ci piassa a tavulata) cc’un morsu si mangiau menza Licata Un si po’ teniri a fuddra addannata: scassaru i seggi e ruppiru a cannata. Ormai a pasta è fridda... S’induria u pani…. |
“LA TAVOLATA”
Licata è come una tavola imbandita, con un piccolo piatto di pasta in bianco un broccolo e due foglie d’insalata, due sedie, un tozzo di pane e un boccale Attorno c’è una folla affamata, si è radunata senza essere invitata Chi vuole agnello e chi cerca i dolci, chi spinge, chi strattona e grida forte. Nel frattempo (per questioni di principio) qualcuno si è mangiato il municipio un’altra persona ( compiaciuto Non si può fermare la folla indiavolata: hanno scassato le sedie e rotto il boccale Ormai la pasta è fredda... si è indurito il pane... ed ancora si litigano come i cani |
U TEMPU Se u tempu si vinnissa ia n’accattassa deci uri e passa; Se u tempu si vinnissa un pocu n’arrialassa. E se unn’u vulissiru, dicissa: “ia mu pigliu… lassa”! U tempu ti serva anchi a pinzari a jucari, a parlari, e anchi i pisci pigliari… se parlammu di marinari. U tempu serva ai picciliddri ‘ppi studiari, …e ai maestri ‘ppi ‘nsignari. Se unn’avissimu tempu… …un putissimu campari. E a nuddru a vita a putissimu spiegari. Comu dissa Kipling: “U tempu è priziusu” mi raccumannu: facitini bon usu.
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IL TEMPO
io ne comprerei dieci ore e passa: Se il tempo si vendesse un pò ne regalerei. E se non ne volessero, direi: “io me lo prendo…lasciatemelo”! Il tempo serve per pensare per giocare, per parlare, e anche per prendere i pesci se parliamo di marinai. Il tempo serve ai bambini per studiare, …e alle maestre per insegnare. Se non avessimo il tempo… …non potremmo vivere. E a nessuno potremmo spiegare la vita. Come disse Kipling: “Il tempo è prezioso” mi raccomando: fatene buon uso |
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