PETRU FUDDUNI
articolo su Petru Fudduni di Pino Caruso
articolo su Petru Fudduni di Giuseppe Mannino
POESIE
POESIE SACRE- A DIU - PIETÀ DI CRISTU
PICCATURI PINTUTU - GLUIUSA CRUCI
BINIDITTI AFFRITTI E PUVIREDDI
DOMANDE E RISPOSTE - INDOVINELLO
LI PINSATI DI FUDDUNI - ERA CHIÙ DURU DI LI VOSTRA CORNA
ACCHIANA,ACCHIANA - AVIA LA VARCA MIA SENZA ZAVURRA
LU MISTERU DI LA SANTA TRINITATI (VIRGINITÀ DI MARIA) VIDEO
PETRU SI PRESENTA - O PETRA DISPRIZZATA
TINTU CHIDD'OMU - LA ME VICCHIAIA
TU PICCATURI CHI CAMPI 'N CUVERTA
ORA DI FIGGHIU MI TROVU FIGGHIASTRU
PETRU FUDDUNI
La prima volta che sentii parlare di Petru Fudduni avrò avuto si e no 12 anni.
Passavo per via Discesa dei Giudici (dietro il cinema-teatro Finocchiaro a Palermo) quando fui attratto da un assembramento che si era creato in un angolo della strada, attorno a qualcosa o qualcuno che non riuscivo a distinguere. ''Ma che è?''. Chiesi ad un passante.
''Pietro Fudduni '' fu la risposta. Incuriosito mi avvicinai e, carponi, cercai di farmi largo tra una gamba e l'altra di quel pubblico che sembrava divertirsi: lo sentivo ridere sopra la mia testa. Guadagnai un posta di prima fila e... "Petru Fudduni'' altri non era che un giovanissimo Franco Franchi.
Per il lettore non palermitano dire che Petru Fudduni era un poeta popolare vissuto a Palermo - non si hanno date precise - tra il 1600 e il 1670. Di mestiere faceva l'intagliapietre; ma conquistò subito una grande popolarità per la sua capacità di improvvisare versi e per la sua carica polemica e
protestataria nei confronti del potere, e, quindi, delle ingiustizie e delle soperchierie del potere stesso.
Divenne, cioè, in breve tempo l'interprete più colorito e fantasioso del malcontento popolare. E tale rimase nella fantasia dei palermitani, non solo dopo che il potere lo assorbì, gratificandolo con riconoscimenti accademici, ma anche dopo la sua morte.
Io non ho né l'autorità ne la competenza per potere parlare di Peru Fudduni poeta, e quindi lascio a chi ha l'una e l'altra il compito di farlo. Ma, come cittadino palermitano, penso mi sia consentito rilevare il carattere simbolico che la figura di Petru Fudduni ha assunto nella città di Palermo.
''Morto il poeta, viva il poeta'' si potrebbe dire di Petru Fudduni, nel senso che, morto il poeta, esso ha trovato subito la sua reincarnazione in un altro poeta e poi in un altro ancora e ancora in un altro,
fino a trovarlo vivo io stesso sotto le spoglie di Franco Franchi, che, a suo modo, poeta era, prima
di diventare attore. Il popolo ha sempre avuto bisogno dei poeti, perchè il popolo non è stato mai padrone di niente, nemmeno delle parole, e i poeti invece sono le parole.
Ma questa, se spiega - ove lo spieghi - il successo che in vita ebbe Peru Fudduni, non spiega certo la sua ''vitalità '' storica. Il popolo, seppellito Petru Fudduni, poteva benissimo scegliersi un nuovo poeta anzichè ostinarsi a far resuscitare - o meglio a non far morire - sempre lo stesso.
Perchè "morto Petru Fudduni se ne fa un altro?'' Perchè Petru Fudduni non era soltanto il paladino degli umili e degli oppressi ma anche, pur essendo povero, un personaggio vincente. Un personaggio che vinceva con nient'altro che non gli fosse stato dato dalla natura: con l'arguzia cioè e l'intelligenza fatte parola. E questa, in moneta sonante, per il popolo significava speranza. La speranza di poter vincere un giorno la boria, la ricchezza prevaricatrice e la prepotenza con la sola
forza delle idee. Molte poesie di Petru Fudduni nascono dalla provocazione, a volte anche bassa e ignobile, che faceva riferimento alle sue umili condizioni e tasto per lui dolentissimo, alla sua nascita ignota. E sempre il poeta ne usciva trionfante.
Petru Fudduni inoltre rappresentava, e lo dice lo stesso suo cognome, la follia: una follia intesa, da parte di chi è costretto ad obbedire a regole per lo più fatte contra di lui, come estro di ribellione e conquista di libertà.
Ecco perchè - secondo me - Petru Fudduni è vissuto per secoli. E dico ''e vissuto '', perchè oggi Petru Fudduni non è più. Nessuno più1o incontra per le strade di Palermo e solo gli anziani lo citano indirettamente quando, alludendo al loro passato, dicono: ''ai tempi di Petru Fudduni ''.
Ma io non sono sicuro che la sua scomparsa debba venire
interpretata pessimisticamente come la fine di un monde: piuttosto, come la nascita di un altro.
E ' vero: il poeta che parla a nome del popolo è morto ma, forse perchè il popolo ha imparato a parlare per sè, e perchè ognuno di noi ha deciso di essere il ''Petru Fudduni '' di se stesso.
Pino Caruso
(dal libro Petru Fudduni I versi di un mito di Giuseppe Mannino
PETRU FUDDUNI
POESIE
POESIE SACRE
A DIU - PIETÀ DI CRISTU
PICCATURI PINTUTU - GLUIUSA CRUCI
A DIU Auturi incomprensibili, chi renni PIETA' DI CRISTU O di anima ingrata amanti piu, PICCATURI PINTUTU GLURIUSA CRUCI |
A DIO Autore incomprensibile che rendi
O di quest'anima ingrata amante pio, PECCATORE PENTITO Vinta è la forza, più l'armi ci afferra Più di una empia tigre con le perfide unghia GLORIOSA CROCE Beato legno, gloriosa croce Occhi, mentre alla croce vi girate, |
PETRU FUDDUNI
Se la tradizione non erra, Petru Fudduni nacque a Palermo, probabilmente nell'anno 1600, ed ivi mori il 22 Marzo 1670. Fu sepolto nella Chiesa di S. Maria dell'Uria.
Poco si sa della sua vita se non che fu un valente tagliapietre e, per qualche tempo, marinaio imbarcato in una regia nave. Ma se difettano le notizie "esterne" sulla sua esistenza, ricco è invece il repertorio popolare per quanto riguarda il suo temperamento e le sue famose "sfide". Fu beone, crapulone, attaccabrighe, pieno di sé, consapevole della sua valentia. Ma di questa non dubitò mai nessuno né tra i contemporanei né tra i posteri. Dotti e indotti, popolani e letterati lo hanno sempre esaltato come il migliore tra i poeti popolari siciliani, ricchissimo di umori, sensibile, fine e vivace dicitore estemporaneo, ma anche attento poeta di poesia riflessa.
La sua fama fu ed è legata soprattutto alle "sfide" o tenzoni o contrasti che egli ebbe con i più famosi poeti popolari siciliani del suo tempo. E qui la tradizione sorpassa volentieri e senza riserve sui limiti di tempo e di spazio. Lo fa incontrare con poeti che suoi contemporanei non furono e lo fa apparire in tempo e in luoghi diversi quasi fosse dotato dell'ubiquità. Il Fudduni è invincibile ed inutilmente si contrasta con lui. Lo sfidarono il D'Avila, il Passalacqua, il Pavone, lo Stivala, il dotto di Tripi, lu Vujareddu di la Chiana, natu" di Spaccaforno. Ma il Nostro risultò sempre vincitore tranne una volta, dice la tradizione. La fama della sua invincibilità corse per tutta la Sicilia e attraverso tre secoli è giunta sino a noi. Fudduni divenne sinonimo di poeta, poeta-mito, dotato dalla natura di doni eccezionali, degno di essere collocato nella vetta del Parnaso siciliano. I letterati del tempo nutrirono per lui stima ed ammirazione, lo ammisero nella famosa Accademia dei Riaccesi, benchè corresse voce che fosse nato illegittimo. Fudduni sarebbe infatti un soprannome. Sconosciuto il vero nome. "Fudduni da "foddi " pazzo, sarebbe come dire estroso, bizzarro: "Iu su' lu Petru chiamatu Fudduni; fudduni nun è foddi né minnali". "Sono strano e bizzarro, ma non pazzo né sciocco". Dotti e letterati del suo tempo probabilmente interferirono nella sua poesia. Non si spiegherebbe altrimenti l'enorme differenza che corre fra le sue rime popolari ed estemporanee ed i poemetti a lui attribuiti. In questi ultimi si nota una cultura che difficilmente un tagliapietre poteva possedere. Nei poemetti c'è un Fudduni diverso, che conosce il latino e l'italiano, la mitologia e la teologia, i classici antichi e quelli moderni, la letteratura cavalleresca.
Nasce qui un grosso problema che ha fatto impensierire i critici, i quali, naturalmente, si sono divisi nelle tesi più dispate. Del Nostro si sono occupati il Vigo, il Pitrè, il Mongitore, il Sanclemente-Galeani, l'Auria, l'Emiliani-Giudici, il Gallo, il Boglino, il Piola, il Di Mino. Per non citare che alcuni. Ne son venute fuori la tesi di un Petru Fudduni persona diversa da Pietro Follone, incolto il primo, dotto e letterato il secondo; l'altra di un popolano incolto che bazzicando coi dotti si è formata una sua eccellente cultura, grazie anche alla prodigio-memoria di cui è dotato; l'altra ancora di una rielaborazione dotta dei poemetti operata da letterati amici e protettori.
Scrive il Di Mino: “Data la innegabile differenzaq sostanziale tra le rime tradizionali e quelle a stampa bisogna riferire che si tratta o di due persone diverse a di sostiruzione di persona in cui il poeta popolare è un prestanome o delle stesso Petru Fudduni capitato nel labirinto di abati, di monaci o di accademici; la qual cosa io credo e si può anche dimostrare. Il poeta popolare ed il poeta dotto sono una identica persona; il secondo è una sovrapposizione al primo, operata non da posteriore cultura personale, ma da una soverchieria letteraria. Cosi Petru Fudduni diventò Pietro Fullone" (Calogero Di Mino, "Rime popolari e rime a stampa" Società Editrice Siciliana Mazara).
E il Piola: "Per una insensata tradizione questo egregio poeta è stato riguardato come digiuno affatto di lettere e privo di quegli elementi, che abbellano la difficile arte de' carmi. Il fatto però prova il contrario; dapoiché volgendo per un momento lo sguardo sullo sterminato numero delle sue composizioni, di leggieri si scorge che il Fullone non solo non era privo di rudimenti grammaticali e di rettorica, ma che avea non poco conoscenza de' classici e delle pagine sacre" ("Poesii siciliani di Petru Fudduni ordinati e corretti da Carmelu Piola. Palermu 1858).
Ma Petru Fudduni, al di là delle disquisizioni dei critici, resta anche oggi per il popolo palermitano, come lo è stato per tre secoli, il simbolo-poeta, il poeta-mito, vincitore di tutte le tenzoni e le gare poetiche. Dire Petru Fudduni è dire poeta. Egli incarna lo spirito di rivalsa popolare, la sua poesia irruente e sanguigna si scaglia contro l'opulento ricco o contro il pingue benedettino. Da voce al popolo. Ha le mille voci del popolo. Come il Pasquino romano. Sicché, ad un dato momento, inutilmente chiederesti ad un popolano quando visse Petro Fudduni. Cosi come la tradizione lo vide ovunque in Sicilia conferendogli il dono della ubiquità, lo spirito popolare gli fa trascendere anche il tempo. E' l'anima del Vecchio Palermo presente nell'anima di tre secoli di palermitani e di siciliani. E nel variare e scorrere dei tre secoli la sua lettura
suscita stimoli nuovi e interpretazioni nuove. E perchè no? nuove frange alle sue poesie.
Petru Fudduni permea la fantasia del popolo, si rinnova, suscita disparate sensazioni, si moltiplica.
Non uno, ma cinque, dieci Petru Fudduni. E quando un nuovo poeta fiorisce sulla scena palermitana, il richiamo popolare è sempre a Petru Fudduni.
Treni'anni fa andò famoso il poeta estemporaneo Giuseppe Schiera. Non pochi popolani si rifecero a Petru Fudduni, rividero Petru Fudduni. Il simbolo rinato e perpetuantesi. Vent'anni fa o qui di li quello che è oggi l'attore Franco Franchi allietava il popolo con i suoi mimi e le sue filastrocche, attorniato da folla numerosa, in quel suo famoso angolino dietro il Teatro Biondo. Giureremmo che qualcuno si disse: "Andiamo a sentire Petru Fudduni...", e la cosa non sorprenderebbe.
Solo qualche anno fa un popolano del Borgo assicurava di aver conosciuto Petru Fudduni sul finire della seconda guerra mondiale. Lo faceva lustrascarpe, sposato due volte, gli attribuiva un figlio emigrato in America. E giurava che quel lustrascarpe era Petru Fudduni, il famoso poeta popolare.
Si tratta della ben nota confusione cronologica che, vaporosamente, alberga nella mente degli indotti? Non proprio. O, non solamente.
Giuseppe Mannino (dal libro Petru Fudduni: I versi di un mito)
PETRU FUDDUNI
POESIE
A NA BALATA DI SIPULTURA
A NA BALATA DI SIPULTURA Balata supra tutti li balati Tu m'hai di pirdunari si si smossa Eu t'aiu a dari tanti martiddati Ca t'haiu a mpicciuliri, si si grossa Diu mi l'ha datu tanta putistati Chi t'haiu a fari, balata di fossa E quannu moru portami piatati Mettimilli a un cantiddu st'afflitti ossa L'Epitaffiu pi la sò sepultura: Petru cu petra la vita mpiau Ntagghiannu petri di quannu nasciu; La petra a Petru già lu sustintau La stissa petra a Petru lu strudiu, Oh quantu tempu beddu cc'impiau! Fici la sipultura e la finiu: La stissa petra chi Petru ntagghiau Un jornu pi cummogghiu cci sirviu. |
PIETRA SEPOLCRALE
Pietro con la la pietra la vita ha passato |
A NA BALATA DI SIPULTURA Balata supra tutti li balati Tu m'hai di pirdunari si si smossa Eu t'aiu a dari tanti martiddati Ca t'haiu a mpicciuliri, si si grossa Diu mi l'ha datu tanta putistati Chi t'haiu a fari, balata di fossa E quannu moru portami piatati Mettimilli a un cantiddu st'afflitti ossa L'Epitaffiu pi la sò sepultura: Petru cu petra la vita mpiau Ntagghiannu petri di quannu nasciu; La petra a Petru già lu sustintau La stissa petra a Petru lu strudiu, Oh quantu tempu beddu cc'impiau! Fici la sipultura e la finiu: La stissa petra chi Petru ntagghiau Un jornu pi cummogghiu cci sirviu. |
PIETRA SEPOLCRALE
Pietro con la la pietra la vita ha passato |
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