AHI PARTU E SU CUSTRITTU DI PARTIRI

Rosa balistreri

 

 


 


 
 
AHI PARTU E SU CUSTRITTU DI PARTIRI,
Ahi! partu e su custrittu di partiri,
ciatu ti lassu stu cori custanti.
Ahi partu e su custrittu di partiri,
ciatu ti lassu stu cori custanti
ohi nella tò noh! ohi nella tò nah! na
Ahi! ti lu lassu e nun mi l’ha tradiri,
un fari ca lu figghiu ha n’autru amanti.
Ahi! ti lu lassu e nun mi l’ha tradiri,
un fari ca lu figghiu ha n’autru amanti.
ohi nella tò noh! ohi nella tò nah! na

 

 

AHI PARTO E SON COSTRETTOA PARTIRE
Ahi parto e son costretto a partire,
anima mia, ti lascio questo cuore costante.
Ahi parto e son costretto a partire,
anima mia, ti lascio questo cuore costante.
ohi nella tò noh! ohi nella tò nah! na
Ahi ti lascio e non me lo devi tradire,
non fare che il figlio ha un altro amante.
Ahi ti lascio e non me lo devi tradire,
non fare che il figlio ha un altro amante.
ohi nella tò noh! ohi nella tò nah! na



E’ necessario per comprendere il disco in cui è presente questa canzone e gli inizi artistici della Balistreri fare un accenno al movimento di sinistra chiamato il “Nuovo Canzoniere italiano” la cui frequentazione da parte della Balistreri è alla base della sua carriera artistica. Il “Nuovo canzoniere italiano” è formato da un gruppo di artisti e studiosi di musica popolare e del canto sociale che partire dagli anni 60 a Milano diedero vita a una rivista e a un gruppo musicale collegandosi all’esperienza del “Cantacroniche” di Michele Luciano Straniero.
I componenti del “Nuovo canzoniere italiano” sia i musicisti che gli intellettuali attraverso la rivista e pubblicazioni discografiche (collana dei “Dischi del sole” ) si riproponevano la riscoperta e riproposizione del canto popolare sociale impegnato. I maggiori rappresentanti di questo gruppo erano oltre a Michele Luciano Straniero, Fausto Amodei, Robero Leydi, Sandra Mantovano, a questi si aggiunsero Gianni Bosio, Ernesto Di Martino, Cesare Bermani, Ivan della Mea, Giovanna Daffini, Giovanna Manni, Caterina Bueno, Dario Fo ed altri.
Grazie al lavoro di queste persone nasce lo spettacolo “Bella ciao” e “Ci ragiono e canto”. Moltissimi furono i dischi della collana “Dischi del sole” che ha pubblicato canzoni popolari e album della canzone impegnata di sinistra. Tra questi da ricordare il disco del 1967 di Rosa Balistreri (è il primo disco della Balistreri) con le tre canzoni: “Picciliddi unni iti”, “C’erano tri sorelli” e “O contadinu sutta lu zappuni” dal titolo “canta Rosa Balistreri” e con copertina un dipinto di Manfredi su Rosa Balistreri.
Rosa Balistreri conobbe varie persone del gruppo del “Nuovo canzoniere italiano” e con queste stabilì una forte amicizia fondata sugli stessi interessi a favore della povera gente e dell’ideologia di sinistra.
L’incontro con Ciccio Busacca, cantastorie siciliano e Ignazio Buttitta a Bologna le aprì il mondo della canzone siciliana, lo stesso Buttitta la convinse a cantare in pubblico e ad imparare a suonare la chitarra. Rosa comprò una chitarra e con l’aiuto di Xavier Bueno, che le insegnò pochi accordi, poté essere autosufficiente nell’accompagnarsi con la chitarra. Per ampliare il repertorio studiò molti canti del Corpus di Alberto Favara grazie all’aiuto di un frate francescano, Cesare Milaneschi, che registrò su un magnetofono la linea melodica di questi canti che lo stesso Manfredi aveva sentito dalla viva voce di Giuseppe Ganduscio (Ribera, 6 gennaio 1925 - Firenze, 7 settembre 1963) poeta italiano ed illustre personaggio siciliano, che si era occupato moltissimo di musica popolare; la scoperta del “Corpus di musiche popolari siciliane” del Favara rappresentò un momento di fondamentale importanza per il futuro artistico della Balistreri: Rosa cominciò a fare le prime serate sotto la spinta di Manfredi e degli amici a Empoli, Prato, San Miniato, ad ogni serata aumentavano gli spettatori dando a Rosa grandissima soddisfazione e spingendola sempre più ad ampliare il repertorio ed a migliorarsi.
dal libro di Nicolò La Perna "Rusidda a licatisi" Rosa Balistreri