IRENE IENTILE
A SCIACCA BACARUNI E BACAREDDI
voce Irene Ientile
al pianoforte Ornella Cerniglia
A SCIACCA BACARUNI E BACAREDDI A Sciacca bacaruni e bacareddi La missa la dici lu parrinu,
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A SCIACCA QUARTARE E BROCCHE La messa la dice il parroco 1) Monte SanGiuliano fino al 1934 |
Alberto. Favara riporta questa canzone col nome di "Cantu a timuni" Modo dei timonieri delle barche a vela in alto mare di Trapani a pag, 347, canto 592. del "Corpus di musiche popolari siciliane"
Bellissima ed antichissima canzone del Trapanese, la dolcezza della voce di Irene Ientile rendono al meglio questa canzone. Si parla di carlino, piccioli, grano, soldi antichi, il carlino è una monete d'oro e d'argento emesse per la prima volta a Napoli dalla fine del XIII da Carlo I d'Angiò, quindi fine 1200; il grano, moneta sotto Federico II, era una frazione dell'oncia d'oro pari ad 1/600 di oncia. 10 grana formavano un carlino; picciolo moneta fiorentina da un quarto di quattrino: da queste moneta si può far risalire questa canzone alla fine del 1200, quindi veramente antica.
La melodia è dolcissima, mentre il testo ci dice delle attività delle città delo Trapanese: a Sciacca la ceramica, a mazara la salatura delle acciughe, a Marsala l'allevamento delle volpi e degli asini, Erice invece è famosa per le belle ragazze, mentre Trapani è la capitale degli affari.
Nicolò La Perna