CULTURA SICILIANA

 

 

ebook - libri di consultazione e approfondimento di storia, musica, poesie della Sicilia

 

    VIGO LIONARDO

Libri editi da Salamone Lionardo Vigo liberamente consultabili 
(essendo passati 70 anni dalla publicazione dei libri, questi sono di dominio pubblico)

 

biografia a cura di Nicolò La Perna

      Lionardo Vigo Calanna marchese di Gallodoro (Acireale, 25 settebre 1799 - 14 aprile 1879), poeta, filologo e politico italiano, fin da giovane si interessò di poesia, di tradizioni popolari, di costumi e vita della gente siciliana. 
Fu deputato alla Camera dei Comuni italiana.
Pubblicò nel 1857 la “Raccolta di canti siciliani” frutto del lavoro intenso di ricerca e raccolta di canti in varie paesi della Sicilia durato più di 20 anni. La raccolta contiene migliaia di canti siciliani, franco-lombardo, siculo-lombardo e albanesi ed è divisa in canti dedicati a: bellezza della donna, bellezza dell'uomo, serenate, ingiurie, canti morali, canti religiosi, indovinelli o 'nniminagghi; le canzoni sono riportate soltanto nel testo non avendo il Vigo nozioni musicali tali da potergli permettere la scrittura delle partiture.  Nel 1870 pubblicò la “Raccolta amplissima di canti popolari siciliani” un’edizione che ampliava il numero di canzoni e di paesi siciliani interessati. Scrisse altre opere sulla Sicilia e sulla cultura siciliana: Cenno sull'arte drammatica e del teatro in Sicilia (1833); Notizie storiche sulla città di Aci-Reale (1836), Il Ruggiero, poema epico (1838).

La vasta raccolta di canzoni siciliane fu studiata da Giuseppe Pitrè, che ebbe un ampio carteggio con il Vigo sul tema delle tradizioni e delle canzoni siciliane. E’ presente nella raccolta di libri “donazione Rosa Balistreri” nella biblioteca comunale di Licata la raccolta di “Canti popolari siciliani” del Vigo, sottolineata in molte canzoni a riprova dello studio e della ricerca che la Balistreri ha portato avanti sulle canzoni siciliane. Tra le canzoni cantate da Rosa sono presenti nelle raccolte del Vigo le seguenti: Quantu basilicò con il n° 791, Accattari vurria na virrinedda al n° 1012, Filastrocca a lu Bamminu al n° 2239, Alavò al n° 2266 e 2276; Bammineddu picciliddu al n° 2318, Chiovi al n° 2336, “Amici amici chi in Palermu jiti” al n° 3139, “Matri ch’aviti figghi alla Badia” al n° 3140 e 3141;  “Carzari Vicaria” al n° 3144; “Morsi cu morsi” al n° 3164; “ Lassarimi accusì nun ti cunveni” al n° 3186; “Sugnu comu un cunigghiu ndi la tana” al n° 3206; “M’arrusicu li gradi e la catina” al n° 3196; il primo verso di  “Me mugghieri unn’havi pila” al n° 4628; “Lamentu di un servu a un santu Crucifissu” al n° 5419. Grande amarezza fu data a Vigo da Luigi Capuana, che per un torto subito dal Vigo, si vendicò fornendo al Vigo dei canti con la dicitura “provenienti da Acireale” e che il Vigo in buona fede pubblicò. In realtà erano canti raccolti dal Capuana a Mineo, sua città natale. La mancanza di ulteriori accertamenti da parte del Vigo fece scaturire una querelle alla quale intervennero anche il Pitrè e il Salomone Marino, che in primo tempo diedero poco credito alla amplissima raccolta del Vigo, giudizio che modificarono con la lettura della gran mole di lavoro raccolto dallo studioso. 

Dal libro Rusidda... a licatisi (Rosa Balistreri) di Nicolò La Perna