Rosa Gazzara Siciliano

 

 INFERNO

5° CANTO

 

I due poeti sono giunti al secondo cerchio, più stretto del prima in quanto l'Inferno dantesco si restringe fino al centro della terra. L'ingresso è custodito dal giudice infernale Minosse, il quale giudica i peccati delle anime e manda ciascuno di esse al cerchio cui le destina. Dante non vede nulla ma percepisce il rumore di una bufera infernale dal suono orribile.
In un vortice pauroso espiano la propria colpa i lussuriosi; Virgilio enumera alcune anime ma l'attenzione di Dante è attratto in modo particolare da due: Paolo e Francesca. Molti critici hanno definito questo il canto dell'amore, considerato universalmente tra i più belli. Il poeta pur avendo gettato nell'ombra dell'Inferno il peccato, ha disegnato con tratti gentili la protagonista appassionata che ha reso immortale con i suoi versi.  La storia tragica e peccaminosa raccontata giustifica la gravità della pena, ma la pietas che traspare da ciascuna parola smorza l’orrore della colpa e induce il lettore a commiserare la fragilità di Francesca, rendendola quasi una eroina ed è tale l’accoramento del poeta che alla fine del racconto preso dalla tragedia, smarrito nella commiserazione, sviene.
E' la sera del 8 aprile (Rosa Gazzara Siciliano)